Così Papa Francesco oggi, festa dell'Immacolata Concezione, ha esortato i fedeli in piazza S, Pietro nel corso della celebrazione che ha preceduto l'apertura della Porta Santa.
Vivere il Giubileo della Misericordia: ecco le parole del Papa per comprenderne il significato in unione con tutti i fedeli e la Chiesa cattolica.
“…. il Giubileo sia
esperienza viva della vicinanza del Padre, quasi a voler toccare con mano la
sua tenerezza, perché la fede di ogni credente si rinvigorisca e così la
testimonianza diventi sempre più efficace.
Il mio pensiero va, in
primo luogo, a tutti i fedeli che nelle singole Diocesi, o come pellegrini a
Roma, vivranno la grazia del Giubileo.
Desidero che l’indulgenza
giubilare giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio,
la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona,
dimenticando completamente il peccato commesso.
Per vivere e ottenere
l’indulgenza i fedeli sono chiamati a
compiere un breve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni
Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo diocesano, e nelle quattro
Basiliche Papali a Roma, come segno del desiderio profondo di vera conversione.
Ugualmente dispongo che nei Santuari dove si è aperta la Porta della
Misericordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari
si possa ottenere l’indulgenza.
È importante che questo
momento sia unito, anzitutto, al Sacramento della Riconciliazione e alla
celebrazione della santa Eucaristia con una riflessione sulla misericordia.
Sarà necessario accompagnare queste celebrazioni con la professione di fede e
con la preghiera per me e per le intenzioni che porto nel cuore per il bene
della Chiesa e del mondo intero.
Penso, inoltre, a quanti
per diversi motivi saranno impossibilitati a recarsi alla Porta Santa, in primo
luogo gli ammalati e le persone anziane
e sole, spesso in condizione di non
poter uscire di casa. Per loro sarà di grande aiuto vivere la malattia e la
sofferenza come esperienza di vicinanza al Signore che nel mistero della sua
passione, morte e risurrezione indica la via maestra per dare senso al dolore e
alla solitudine.
Vivere con fede e gioiosa
speranza questo momento di prova, ricevendo la comunione o partecipando alla
santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di
comunicazione, sarà per loro il modo di ottenere l’indulgenza giubilare.
Il mio pensiero va anche ai
carcerati, che sperimentano la
limitazione della loro libertà. Il Giubileo ha sempre costituito l’opportunità
di una grande amnistia, destinata a coinvolgere tante persone che, pur
meritevoli di pena, hanno tuttavia preso coscienza dell’ingiustizia compiuta e
desiderano sinceramente inserirsi di nuovo nella società portando il loro
contributo onesto. A tutti costoro giunga concretamente la misericordia del
Padre che vuole stare vicino a chi ha più bisogno del suo perdono. Nelle
cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che
passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera
al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta
Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in
grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà.
Ho chiesto che la Chiesa
riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di misericordia corporale e
spirituale. L’esperienza della misericordia, infatti, diventa visibile
nella testimonianza di segni concreti
come Gesù stesso ci ha insegnato. Ogni
volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà
certamente l’indulgenza giubilare. Di qui l’impegno a vivere della
misericordia per ottenere la grazia del perdono completo ed esaustivo per la
forza dell’amore del Padre che nessuno esclude. Si tratterà pertanto di
un’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e
vissuto con fede, speranza e carità.
L’indulgenza
giubilare, infine, può essere ottenuta anche per quanti sono defunti. A
loro siamo legati per la testimonianza di fede e carità che ci hanno lasciato.
Come li ricordiamo nella celebrazione eucaristica, così possiamo, nel grande
mistero della comunione dei Santi, pregare per loro, perché il volto
misericordioso del Padre li liberi da ogni residuo di colpa e possa stringerli
a sé nella beatitudine che non ha fine.”
(dalla lettera di Papa Francesco al
presidente del P. Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, 1 settembre 2015)
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